Menu Chiudi

LA CARICA DI DUE MILIONI DI BAMBINI

Ottomila strutture coinvolte, due milioni di bambini e adolescenti iscritti, oltre 350mila volontari e animatori impegnati: ecco l’oratorio estivo 2016. «Una vera casa aperta a tutti, in cui imparare a conoscersi e a stimarsi» spiega don Riccardo Pascolini, presidente nazionale del Forum Oratori italiani (Foi). E, in effetti, quello che da alcuni decenni era un appuntamento fisso per i bambini e le bambine che durante l’anno avevano seguito il catechismo in parrocchia, con il passare del tempo è diventato, anche, un’esperienza per imparare a vivere con gli altri, soprattutto quando questi «altri» sono di una nazionalità straniera e professano un’altra religione. Una risposta anche sociale. Come detto l’oratorio estivo nel corso dei decenni ha assunto sempre più caratteristiche differenti (…) nel territorio, da parte delle famiglie, vi è una richiesta di risposte concrete alla “gestione” dei figli una volta terminata la scuola (…) Ma in gioco vi è anche la capacità di aiutare le giovani generazioni a vivere nel mondo capaci di accogliere e rispettare tutti. Caratteristiche quanto mai necessarie in questi tempi difficili per l’accoglienza. «Ogni giorno gli oratori aprono le proprie strutture a bambini e ragazzi, senza distinzioni di età, estrazione sociale, etnia, lingua o religione – sottolineano al Foi – proponendo progetti educativi a vari livelli e fornendo una risposta affidabile alle sempre più pressanti richieste di aiuto e sostegno». Una scuola di vita per gli animatori. Sono oltre 350mila, tra giovani e adulti. Sono l’anima e le gambe per far procedere gli oratori estivi. Ne sono testimonianza i periodi di formazione e i corsi che durante i mesi invernali vengono organizzati proprio per insegnare ai futuri animatori degli oratori estivi a saper diventare «guide» e «testimoni» credibili di un percorso ricco di valori e umanità. Dunque, non semplice sorveglianza, ma capacità di coinvolgere, far giocare, saper stare insieme. Questi sono i segni di quanto l’oratorio estivo (o invernale) sia sempre di più un’occasione di crescita umana. Per tutti. Da Avvenire, 15 giugno 2016, Enrico Lenzi