La lettera enciclica Laudato si’ è un profondo inno alla vita e una summa ecologica, una magna carta del creato. È un appello realista per l’urgente salvaguardia della «nostra casa comune» rivolto a tutti.
È la profetica e attenta consapevolezza di un Papa che accetta il consenso degli scienziati sui cambiamenti climatici, che dichiara la necessità di un’alleanza tra scienze e religioni per la cura dell’ambiente in cui siamo chiamati a vivere e rigetta il malthusianesimo di coloro che credono che la terra si possa salvare solo controllando la bomba demografica.
È una critica serrata e aperta al modello di gestione del mondo imposto dalla globalizzazione neo-mercatista, di un’economia che non rispetta l’uomo, alla sottomissione della politica al potere tecnocratico e finanziario e al tempo stesso è un programma educativo rivolto ad ogni persona che abita la comune terra destinato a scavare nel tempo per la costruzione di una nuova umanità. Questo in estrema sintesi il contenuto di un’enciclica ecumenica che, con i suoi 246 paragrafi divisi in sei capitoli, aggiunge un nuovo contributo alla dottrina sociale della Chiesa e le singole coscienze al chiodo delle proprie responsabilità nella custodia dell’ambiente risvegliando il senso della famiglia umana per far crescere la collaborazione e la solidarietà e poter consegnare il futuro alle generazioni. L’appello di Francesco – Nell’introduzione il Papa rivolge il suo «invito urgente» a rinnovare il dialogo «sul modo in cui stiamo costruendo il futuro del pianeta»: «Abbiamo bisogno di un confronto che ci unisca tutti, perché la sfida ambientale che viviamo, e le sue radici umane, ci riguardano e toccano tutti».
La terra, nostra casa comune, «protesta per il male che provochiamo a causa dell’uso irresponsabile e dell’abuso dei beni che Dio ha posto in lei. Siamo cresciuti pensando che eravamo suoi proprietari e dominatori, autorizzati a saccheggiarla».
Da Avvenire del 18.06.2015, Stefania Falasca