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EXPO 2015, IL “NO” AI DERIVATI SUL CIBO

di Marco Girardo (Da Avvenire, 1 maggio 2015)

 

«Nutrire il pianeta, energia per la vita». A partire dal tema, dice l’economista Stefano Zamagni, Expo 2015 è davvero una straordinaria occasione per cambiare strada.
(…)
Perché la fame nel mondo oggi è uno “scandalo”. Non è purtroppo una drammatica “costante economica” della Storia? (…)
La fame è uno “scandalo” ai giorni nostri perché, a differenza di quanto accadeva un tempo, da quasi 100 anni il livello di produzione del cibo è più che sufficiente a nutrire l’intera popolazione mondiale. Fino al 1920 non lo era. E questo sancisce il fallimento delle istituzioni economiche, prima che politiche, internazionali. (…) Il problema non è quindi produrre di più, ma modificare le regole del gioco. E cambiare le istituzioni che le determinano. Se passasse invece l’idea che per sfamare i poveri bisogna produrre di più, si ricadrebbe allora nella trappola economicistica. (…)
Dalla Carta di Milano, il documento simbolo dell’Expo, è sparito proprio il riferimento alla speculazione, che era contenuto invece nel Protocollo di Milano sull’alimentazione e la nutrizione(…)
Diciamolo chiaramente: su quella Carta bisognerà scrivere chiaro e tondo che non si possono emettere derivati sui beni di prima necessità. Quella presentata in questi giorni è soltanto una prima bozza (…) Ho motivo di credere che ci sarà tutto il tempo per passare da obiettivi condivisibili ma generici, come quelli espressi nel primo paragrafo della bozza, a risposte concrete come il “no” chiaro alla speculazione. In questo processo di arricchimento della Carta, che ha un alto valore simbolico, il nostro Paese deve alzare la voce.
E i cattolici farsi sentire.