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D’ESTATE TORNANO I GIOVANI. COSA FARE PER NON PERDERLI?

Tra gli aspetti positivi portati dall’estate c’è la ricomparsa dei giovani: grest, campi parrocchiali, sagre e affini danno l’occasione di farsi presenti e attivi in iniziative organizzate dalle comunità, consolando molti adulti e anziani («Varda che bravi tosi…»). (…) La ricomparsa estiva dunque fa molto piacere e mette fiducia in tutti vederli impegnati per intere giornate e serate, perfino partecipando in prima fila (e con la maglietta identificativa) alla messa principale della domenica. Ma quanto dura questa presenza? Che significa per loro? Ed è possibile far sì che l’attività svolta insieme a vantaggio della comunità (…) maturi un’appartenenza comunitaria più organica e consapevole? (…) Certamente noi adulti, per la tradizione educativa che ci ha formato, fatichiamo a comprendere l’approccio non istituzionale alla fede e alla vita della chiesa che caratterizza l’età giovanile, e ormai anche tanti “cristiani” di tutte le età. In molti è subentrato un “fai-da-te” religioso che diventa labile appartenenza ecclesiale: magari si applaude e apprezza il papa, si va in pellegrinaggio qua e là e ci si confessa anche, si cercano esperienze religiose dove “star bene”, poi manca la regolarità del ritmo domenicale, dell’impegno attivo per la comunità. Ci si ripete che la fede viene prima della morale, ma non sappiamo quali giudizi esprimere (…) di fronte alle due “realtà” (situazioni, problemi… chiamatele come volete) che hanno contraddistinto la passata formazione: l’osservanza del precetto festivo e i comportamenti affettivo-sessuali. (…) E dunque? Ringraziamo il Signore per tutto il bene che i giovani ancora fanno nelle comunità parrocchiali e offriamo spazi e “cuore” (anche di educatori adulti, laici!) perché si sentano comunque di casa nella chiesa; cerchiamo di inventare, raffinare e consolidare proposte che li facciano sentire “importanti” (cioè ciascuno prezioso per sé e non “funzionale”, preso sul serio, aiutato a crescere) e possano condurre a un’adesione personale di fede; (…) Perché poi il punto cruciale – ci viene ripetuto continuamente – è “uscire”: cioè diventare cristiani capaci di offrire segni di speranza e amore alle tante persone deboli e povere della nostra società. E qui magari potremmo cominciare noi adulti a dare qualche buon esempio, no? VERBA VOLANT, EXEMPLA TRAHUNT. La Difesa del Popolo; 26/08/2017; Cesare Contarini